BLOG | GIORNALE YIN & YANG

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A CURA DI © Gαbriєℓα Bαℓαj

14.5.17

Della tua Luce

Della tua Luce
misteriosa
non dirmi,
del tuo sguardo d’Amore
nemmeno.
Dimmi se ci possiamo incontrare
là dove il mondo
ha il suo segreto.
 Ainaki e Maïmouna
Incontro
Ainaki a Maïmouna
Una foresta di cedri
sono i tuoi occhi,
dolce Maïmouna.
Oggi ti incontro
per la prima volta,
la brezza d’estate,
noi seduti nell’ombra.
Vorrei stendere
un drappo di lino,
il Sole invitare tra noi
a illuminarti la pelle.
Sembri di altre terre:
da dove vieni, Donna
leggiadra?
Mi sembra di conoscerti
da sempre.

Maïmouna ad Ainaki
Era d’estate
e ho sentito d’improvviso
la pace.
Vedendoti sicuro,
il mio fianco sfiorare
con parole delicate.
Lunghi i capelli
ne farei una treccia
per aprirti il viso
e con tenerezza
una carezza
a fare da contorno.
Nei tuoi occhi
vedo la Luna
giocare col Sole,
volo leggiadro
che pupilla argentea
unisce.


Conoscenza e innamoramento

Maïmouna ad Ainaki
Il sonno di Te vive
quando ti osservo
vestito di Luce.
Saldo sulle ali
mi dici parole
lontane
da chi siamo oggi.

Oltre le nuvole siedo,
incerta se dire ciò che vedo.

Mi racconti favole
di altri tempi.
Calde le coperte
intorno ai nostri corpi astrali.

Ainaki, sulla terra
devo tornare.
Di mirra il Cuore cosparso,
balsamo per ferite ancestrali.
Ai piedi, il sale,
ricorda voli
in luoghi australi.

Oggi compiamo un volo a ritroso.
Nei miei giovani occhi non mi ritrovo.
Ma guardo te e nel tuo sguardo sono.

Ainaki a Maïmouna
Ogni confine si perde
quando la mia Anima
la tua afferra.

La vita è puro soffio,
dicevi chiudendo le mie labbra
da ogni dire,
come la tomba tace
di fronte alla Vita.

I miei Occhi sono una prigione:
non desidero farteli attraversare,
ma tenerti ad essi sospesa
come farfalla in un bozzolo di seta sottile.

Indecifrabile è il dolore che sento
nel lasciarti danzare davanti al mio corpo.
Sei più nuda quando di parole ti spogli
che seni di latte rivolti alle stelle.

Fuga di lui, lei disperata

Ainaki a Maïmouna


L’Anima mia canta il tuo nome
Il giorno e la notte solo per te c’è spazio
-controvoglia, sì,
nel mio Cuore.

Solo l’Io da te mi separa,
alla gente che dice conoscermi
mi tiene ancorato.
Saldo sulle mie certezze,
non sono nessuno se te non guardo.

Seduto tra le ceneri del mio invano lottare,
solo l’Amore resta
dopo ogni sforzo per tenerti nell’angolo più oscuro,
l’immagine di te mai si stanca di me
e continua a tornare.

Bambina, da dove sei riuscita ad entrare?
Eppure tutte le porte avevo aperte e richiuse,
senza trovare ciò che i filosofi cantano.
Guardavo senza vedere forme che avrei voluto amare.
Come hai fatto tu a penetrare là dove non sembrava
ch’io ti potessi ancora trovare?

Maïmouna ad Ainaki
Foglie di autunno
sui miei capelli
ricoprono la solitudine
dei miei arti stanchi.

Ho passato giorni interi
a filare, l’ago in mano, il dito tremulo
cuce una lacrima sulla stoffa
già grezza, misto di canapa e pensieri
con cui non mi ritrovo.

La veste rossa che ho preparato,
festa d’estate per cuori d’inverno,
brilla il mattino di gelo insonne.

Com’era possibile amarsi di sguardi
e poi nel concreto al nulla arrivare?
Sono sbagliata fuori e dentro,
ti ho fatto scappare.

Lei si eleva, lui si redime

Maïmouna ad Ainaki
Quante parole silenziose ho pronunciato
dicendo a me stessa che saresti tornato.

Non ho voluto il dolore vedere,
ma sempre innanzi mi si presentava.

Il cuore, aperto, sgorgava
di nero le mie sconfitte acerbe.

A TE mi sono rivolta,
la mia Anima ora Ti canta.
Guarda gli Universi, nella mente sospesa
mentre il corpo giù a terra continua a filare.

Nuove vesti tesso ogni giorno,
come la sarta nel suo peregrinare.
Dita sottili, sguardo di Sole, l’Anima una montagna
che flebili spalle sembrano portare.

Mi sono affacciata all’abisso
e ho voluto scostarmi e lasciarTI entrare
a portarmi la Luce.
Tutto si illumina come candela
che la Notte accende di nuova sapienza.

Non so cosa fai né chi sei.
Contemplo me stessa in tua assenza.
Non è più mancanza, la tua, ma presenza divina.
Di ogni cosa brilla il Creato.

Sul tetto a fianco sono salita,
ho visto di sotto la gente gridare. Volevano te,
chiamavano Ainaki.
Sei sempre lo stesso o puoi cambiare?
Rispondi a loro, ti aspettano sempre,
io invece libero,
lascio chi è caro al mio cuore
libero anche di essere assente
dal mio tepore.

Ainaki a Maïmouna
Ho visto i miei anziani pensieri
cadermi davanti,
come fiori tappezzano
il suolo ruvido
sul quale siedo
e vedo la Luce del tuo desiderio
chiusa nell’Ombra di chi sono.
In strada gridano il mio nome
a gran voce,
ma la visione di te
è ormai più forte
del solo pensiero di andare tra loro
e non rivestirti di sguardi dorati.
I vecchi giorni sono ormai contati.
Ti regalo una rosa
alla porta di Jaffa,
promessa di noi ancora silente.

Irene S. - poesieinliberta

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